Isabella Nazzarri | Pittura, natura e musica

di Arianna Beretta

I like to think of music as an emotional science.
George Gershwin

Cosa c’entra Isabella Nazzarri con la musica? Tanto, tantissimo. Ci conosciamo ormai da almeno sei anni e non posso ricordare la gioia cui, a fine inaugurazioni nella vecchia sede di Circoloquadro, accettava di fermarsi per le ultime chiacchiere e un po’ di musica. Associo Isabella alla musica perché ne ha una grande conoscenza, perché dipinge e lavora ascoltandola, perché – credo – per lei è indispensabile come l’aria. Così come lo è la pittura. In un rapporto di stretta e necessaria interdipendenza.

Fractalia è la seconda mostra di Isabella Nazzarri a Circoloquadro e segna ancora una volta un cambio di passo e un momento di passaggio. Nel 2016 con Life on Mars, personale curata da Ivan Quaroni, Isabella mostrava un corpus importante del suo nuovo ciclo di lavori. Oli su tela e carte ad acquerello erano animati da figure, molto simili a cellule o a elementi della natura, che, pur essendo viventi e pur respirando, si fermavano sulla superficie pittorica in una sorta di grande meravigliosa tavola naturalistica.

Innesti, le serie di quattro grandi carte, che Nazzarri presenta per questa mostra, manifestano una maturità e una consapevolezza nuove. In questi lavori, germinati dai lavori del 2016, forme naturali e insieme fantastiche respirano, si muovono e si espandono in una armonia di colori e di suoni a formare una musica visiva ed emotiva.

Le stesse armonia e musica che guidano la gestualità della giovane artista livornese che lascia le sue tracce sulle carte seguendo una emozione, una vibrazione, un accordo fino ad arrivare a un equilibrio di forme e colori.

“Il lavoro è finito quando raggiunge una armonia, proprio come avviene per la musica” mi dice durante la nostra chiacchierata al Labo, tra carte, colori, pennelli, sigarette e musica di sottofondo.

Sarebbe però riduttivo circoscrivere il lavoro di Isabella Nazzarri a un generico ambito astratto. Fin dal 2016 infatti il suo lavoro suggeriva una certa vicinanza con la scienza, nell’impostazione delle sue carte che richiamavano le tavole di illustrazione naturalistica.

Gli interessi dell’artista che non riguardano solo la scienza, ma anche numeri – non dimentichiamo infatti la stretta correlazione tra matematica e musica che risale fino alla Scuola Pitagorica – spingono il suo lavoro una direzione inedita e direi del tutto naturale per approdare al digitale.

Fractalia sono infatti delle carte prodotte da Nazzarri con un programma software che genera frattali. È interessante notare come il verbo generare, che ben si attaglia alle forme che popolano i suoi lavori, sia usato anche per una modalità di riproduzione e moltiplicazione matematica e, in parte, automatica.

“Sono sempre stata attratta dalla specularità delle forme in natura e l’elaborazione offerta dallo strumento digitale offre possibilità infinite.”

Possibilità infinite e uniche, mai certe né sicure. “Parto da una immagine originale che dipingo, ad esempio da Innesti, che scansiono; attraverso il programma fornisco alcuni dati per la produzione dell’immagine frattale, ma non so mai quale sarà il risultato finale. Ogni immagine prodotta è diversa da un’altra per piccole variazioni incontrollabili.” Esattamente così come non si può controllare e dominare la natura.

È un percorso unico quello intrapreso da Isabella Nazzari che pratica quello che i più definiscono un astrattismo lirico, ma che evolve utilizzando gli strumenti della contemporaneità, rimanendo sempre fedele alle sue idee di partenza. Fractalia è una mostra generata dai lavori precedenti in un processo creativo che contiene in sé pittura, natura e musica e germoglia e si moltiplica – come le piante o le cellule – attraverso la scienza, la matematica e il digitale.

“I miei lavori rimandano a qualcosa di universale ma allo stesso tempo intimista. Per questo non voglio chiudere il lavoro in un solo significato né dare risposte. Voglio indurre chi guarda alla riflessione e a vivere il momento presente.”

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